Oggi è un giovedì qualunque, non ci sono né grosse ricorrenze in caldo, né un anniversario di morte o di vita s’affaccia all’orizzonte, che queste son cose che scombussolano sempre l’equiibrio emotivo fidicino.
Oggi ci sono solo i canini che stanno per spuntare e fanno tanto male, ma proprio tanto tanto. Oggi ci sarebbe da riconciliarsi con la bimba grande che ultimamente fa dannare la mamma e oggi è giovedì, giorno di acrobatica e volteggio per la bimba piccola. Poi, oggi, c’è persino il babbo a casa.
Quindi, oggi, davvero, si può persino sorridere per una poesia come questa.
Senza farsi strangugliare lo stomaco, cioè.
A ciascuno prima o poi
A ciascuno prima o poi muore qualcuno di caro,
tra essere e non essere
costretto a scegliere la seconda.
Ci è difficile capire che sia un fatto banale,
collegato allo scorrere degli eventi,
d’accordo con la procedura;
un prima o un dopo nell’ordine del giorno,
della sera, della notte o della mattina pallida;
e ovvio come il titolo di un indice
come il paragrafo d’un codice,
come la prima migliore data
in un calendario.
Ma questa è la destra e sinistra della natura.
Così, a casaccio, il suo presagio e l’amen.
Questa la sua evidenza e onnipotenza.
E solo a volte
minuta bontà da parte sua –
i nostri morti cari
ci butta nei sogni.
da, Wislawa Szymborska, ”Wystarczy”, ed. A5